musicoterapia

Le scuole Yamaha, mettendo al centro del loro essere la musica, sono sempre state un luogo di apprendimento ed inclusione e, da questo momento anche un luogo di cura. Un luogo in cui, grazie all’ascolto e alla pratica musicale, persone di tutte le età potranno provare a migliorare le loro condizioni di vita, in particolare dal punto di vista psico-cognitivo, comportamentale, motorio e sensoriale.

I progetti di musicoterapia delle scuole Yamaha riguardano due proposte.

“Quando la musica diventa cura” e “Music4Brain”

Nel progetto Quando la musica diventa cura, le scuole Yamaha metteranno a disposizione professionisti della musicoterapia nelle loro aule. Qui, i professionisti, attraverso percorsi studiati ad hoc e basati sulle necessità specifiche di ogni individuo, si rivolgeranno a:

  • Bambini/adolescenti in assenza di patologie specifiche, per esempio:
    • Fragilità psicologica, cognitiva, etc.
    • Disagio sociale
    • Difficoltà di integrazione
    • Difficoltà emotivo-comunicative
  • Bambini/adolescenti con patologie organiche e/o psicogene:
    • Disturbi Specifici/Aspecifici dell’Apprendimento
    • ADHD
    • Disabilità cognitive/motorie
    • Disturbi comunicativo-relazionali/comportamentali
  • Adulti/anziani (con patologie organiche e/o psicogene):
    • Patologie psichiatriche/neurologiche
    • Disordini cognitivi
    • Disabilità motorie/intellettive
    • Disturbi comportamentali

Il progetto Music4Brain, invece, prevede un approccio musicoterapico rivolto a bambini con difficoltà di apprendimento. Si tratta di uno studio impostato secondo canoni scientifici in cui 30 bambini di età compresa tra gli 8 e i 10 anni con Dislessia parteciperanno a 20 sessioni di un’ora ciascuna in piccoli gruppi, con cadenza bi-settimanale. Successivamente, i dati acquisiti da questi incontri saranno oggetto di valutazioni volte a verificare i benefici della pratica musicale.

Lo studio vedrà coinvolti il Prof. Alfredo Raglio (Responsabile e supervisore dell’attività di musicoterapia Yamaha oltre che del Laboratorio di Ricerca in Musicoterapia Istituti Clinici Scientifici Maugeri IRCCS e del Master in Musicoterapia dell’Università degli Studi di Pavia), la  Prof. Daniela Traficante (Dipartimento di Psicologia Università Cattolica di Milano), la Dr.ssa Alice Tagliavini (musicoterapeuta), la Prof.ssa Roberta Ferrari (Responsabile Didattica Yamaha Music Education System) e i nostri Key Teachers.

L’intervista al Prof. Raglio, esperto di musicoterapia

Il Professor Raglio è uno dei principali esperti di musicoterapia in Italia. Con anni di esperienza alle spalle, svolge attività di ricerca neuropsichiatrico, psichiatrico e neurologico collaborando con diverse Istituzioni a livello nazionale e internazionale. Ed è anche lui una delle figure chiave di questo progetto: grazie alla sua conoscenza, il Prof Raglio ci seguirà passo per passo in questo bellissimo e nuovissimo percorso per supportare al meglio le attività proposte.

Ecco le sue risposte alle nostre domande.

Sono tantissime le ricerche che provano i benefici della musicoterapia su persone affette da vari disturbi. Nella sua esperienza, può dirci quali sono i cambiamenti che la musica e la pratica musicale possono effettivamente portare ad un paziente?

Risposta: Gli effetti possibili sono molteplici e a vari livelli. L’approccio terapeutico con la musica non sostituisce in alcun modo le cure mediche o psicologiche ma si pone come intervento complementare. L’utilizzo appropriato di tecniche musicali e musicoterapeutiche può portare benefici generali quali il miglioramento del livello di benessere e della qualità di vita ma anche più specifici sul piano relazionale, cognitivo e motorio. La letteratura scientifica ha ampiamente documentato tali possibili cambiamenti ed esiste un razionale che definisce le potenzialità terapeutiche della musica.

In che modo questi progetti, che si diffonderanno in tutta Italia, potranno supportare la ricerca?

Risposta: Nello specifico il progetto Music4Brain è un progetto di ricerca che vuole documentare l’efficacia di un protocollo di intervento con la musica a supporto delle funzioni cognitive. Nel caso in cui si ottengano risultati in tal senso avremo dimostrato attraverso un rigoroso approccio scientifico l’efficacia dell’approccio e sarà possibile estendere il protocollo standardizzato di intervento anche su ampia scala.

Quali sono i risultati che lo studio punta ad avere?

Risposta: Attraverso la sperimentazione di un protocollo applicativo basato su un training musicale riabilitativo ci si aspetta un miglioramento inerente i domini cognitivi generali (in particolare attenzione e memoria) ma anche più specifici (abilità di discriminazione uditiva e di letto-scrittura). Inoltre il protocollo include una parte di attività finalizzata a migliorare gli aspetti comunicativi ed emotivo/relazionali.

E infine, quali sono i requisiti per poter partecipare? Quali attività potranno fare i pazienti durante queste ore?

Risposta: Nel caso specifico del progetto di ricerca Music4Brain l’attività è rivolta a bambini che rientrano in specifici criteri di inclusione definiti dai ricercatori. I bambini arruolati saranno sottoposti a 20 sedute della durata di un’ora in cui saranno proposti specifici esercizi e attività per “allenare” e potenziare le funzioni i cui deficit sono alla base dei disturbi dell’apprendimento. Il training prevede anche momenti di interazione sonoro-musicale finalizzati a migliorare la comunicazione/relazione.

Al progetto Quando la musica diventa cura possono aderire, rivolgendosi alle scuole Yamaha che aderiscono al progetto bambini e adulti che, previa valutazione musicoterapeutica, potranno beneficiare di cicli di sedute di musicoterapia calibrati sulla base dei loro specifici bisogni.

La musica, lo abbiamo visto, consente di migliorare la nostra salute a vari livelli: può migliorare le condizioni motorie, cognitive e psicologiche nelle patologie neurologiche, quali ad esempio ictus, malattia di Parkinson, sclerosi multipla, demenze, etc., la comunicazione/relazione nelle persone con autismo; può agire sul dolore cronico, ridurre condizioni di ansia e di stress e, più in generale può migliorare la qualità di vita dei pazienti e di chi li assiste.


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